Notarilia

Maria Antonietta Quesada

Notai degli Uffici della Curia Romana
(da:"Repertorio dei notari romani dal 1348 al 1927 dall'Elenco di Achille Francois", a cura di Romina De Vizio, Roma 2011)

Sin dalla sua istituzione, l’Archivio di Stato di Roma si caratterizza per la pluralità delle fonti notarili che conserva e che si presentano divise in due grandi serie; quella dei notai cittadini e quella dei notai di magistrature e tribunali pontifici. Questi ultimi vengono segnalati già dal Corvisieri – al quale, gli organi provvisori di governo, avevano, all’indomani del 20 settembre 1870, affidato l’incarico di studiare quale dovesse essere l’impianto dell’Archivio di Stato di Roma da istituire ex novo (1) – nella relazione conclusiva del gennaio 1871 (2). La presenza di numerosi archivi notarili gli fa ipotizzare la possibilità di costituire un «Archivio generale dei Notari» (3). La proposta prevede la riunione dell’Archivio Urbano e di quello dei Notai Capitolini con gli archivi dei Segretari e cancellieri del Tribunale della Reverenda camera apostolica, della Curia Innocenziana - «si dissero in antico dell’Uditore della Camera» (4), del Tribunale della Sacra Rota e con quelli della Segnatura. La prima relazione generale sugli Archivi di Stato del 1883 (5), nella descrizione del patrimonio documentario dell’Archivio di Roma, conferma l’avvenuta costituzione di una sezione degli «Atti Notarili» costituita dalle 12.588 unità archivistiche degli archivi indicati dal Corvisieri ai quali si sono aggiunti quelli dei notai dell’agricoltura, delle acque e strade, del governo, delle ripe e del segretario di Roma e Comarca. Questi ultimi non sono nuove acquisizioni ma il risultato del lavoro archivistico condotto nel corso del primo decennio di attività dell’Istituto. Gli archivisti romani, infatti, hanno estrapolato e dato rilievo anche a quei fondi notarili di minore consistenza che già il Corvisieri aveva individuato all’interno di fondi complessi e articolati e segnalato nel 1871. Descrivendo i notai camerali, infatti, ricorda che «i Segretari e Cancellieri di Camera sono altresì depositari di altri quattro piccoli archivi di quattro uffici notarili e cancellereschi estinti i quali pur servivano il governo ma in aziende speciali, cioè nella Presidenza delle Ripe, delle Acque e Strade, dell’Agricoltura e del Governo» (6); si tratta, cioè, di archivi che, in tempi e con modalità diverse, erano stati «incamerati» alla soppressione dei rispettivi uffici.
Questo particolare settore del notariato romano di antico regime è descritto nella prima parte del volume del Francois con il quale, l’Autore, offre una panoramica completa del patrimonio documentario posseduto dall’Archivio di Roma.
Gli archivi notarili delle magistrature e dei tribunali pontifici conservano documentazione che, «oltre all’interesse degli strumenti per se stessi, presenta una ricchezza incomparabile di allegati (chirografi, brevi, piante topografiche ecc.), la cui indicazione formerebbe da sola una fonte storica preziosa» (7). Vi si riflettono, prevalentemente, gli interessi dei diversi organismi per i quali i notai lavorano ma molte sono le testimonianze di interesse privato da loro redatte. In quanto notai conservano il diritto di esercitare, senza impedimenti, la professione anche per i privati. Questo doppio ruolo caratterizza l’attività di tutti questi notai in misura differente: i protocolli dei Segretari e cancellieri della Reverenda camera apostolica rispecchiano soprattutto gli interessi camerali e, quindi, la documentazione di natura pubblica è predominante rispetto a quella privata mentre prevale l’interesse privato nell’attività dei notai dell’Auditor camerae. Le attuali conoscenze non consentono di definire il rapporto tra attività pubblica e privata anche per gli altri collegi né di individuare un’eventuale correlazione delle testimonianze private con l’attività giudiziaria delle magistrature e dei tribunali di riferimento. Nelle schede che seguono vengono descritte le linee evolutive di ciascun collegio sulla base delle attuali conoscenze e si forniscono gli opportuni riferimenti archivistici aggiornati.

NOTE
(1) Sulle complesse vicende dell’istituzione ex novo, nel 1871, dell’Archivio di Stato di Roma si veda E. LODOLINI, Formazione dell’Archivio di Stato di Roma, in «Archivio della Società Romana di Storia Patria», XCIX (1976), pp. 237-332 e IDEM, Gli Istituti archivistici romani in L’Archivio di Stato di Roma, Nardini editore, Roma 1992, (I Tesori degli Archivi collana diretta da Renato Grispo), pp. 19-37.
(2) La “Relazione di Costantino Corvisieri sull’impianto degli Archivi Romani” è conservata nel fondo ASR, Miscellanea della soprintendenza, cass. 23.
(3) «I nostri Archivi Governativi si potranno convenevolmente ridurre a tre grandi depositi ciascun de’quali verrebbe distinto da una appellazione propria del loro particolare contenuto cioè: Archivio diplomatico, politico, amministrativo; Archivio generale de’ Notari; Archivio generale de’ Tribunali». Ivi pag. 1.
(4) Ivi pag. 92.
(5) MINISTERO DELL’INTERNO, Relazione sugli Archivi di Stato Italiani (1874-1882), Roma 1883 pp. 283-297. Si tratta della relazione presentata da Napoleone Vazio, direttore della I divisione del Ministero dell’interno, al Presidente del Consiglio e Ministro dell’interno Agostino Depretis ora consultabile sul sito dell’Istituto centrale per gli archivi www.icar.beniculturali.it/biblio/ .
(6) ASR, Miscellanea della soprintendenza, cass. 23; la citazione è alle pagine 89-90.
(7) ARCHIVIO DI STATO DI ROMA, Inventario dell’Archivio di Stato – Archivio dello Stato Pontificio, di A. LODOLINI, Roma 1956, pag. 118.