Introduzione

Esistono presso l’Archivio di Stato di Roma intere serie e più ancora “miscellanee o collezioni” di disegni e mappe che risultano composte esclusivamente (o, meglio, quasi esclusivamente) da documenti grafici.
L’archivio della Congregazione del buon governo, ad esempio, comprende tuttora una serie – la XIV – costituita da una «Collezione di piante, mappe e disegni», di 213 pezzi.
La più nota e consultata è però senz’altro la Collezione di disegni e mappe dell’Archivio di Stato di Roma, articolata a sua volta in Collezione I, II e III e composta di circa 165 cartelle comprendenti alcune migliaia di pezzi, a cui si aggiungono le cartelle A,B,C,D e la cosiddetta Miscellanea di mappe, brogliardi, disegni, stampe, quasi del tutto sprovviste di mezzi di corredo.
La Collezione di disegni e mappe - come ha ben spiegato Elio Lodolini nelle sue pagine dedicate alla formazione dell’Archivio di Stato di Roma - fu una delle prime “miscellanee” che nacquero in seno al neo istituito Archivio romano già alla fine dell’Ottocento, in ossequio all’allora diffusa opinione secondo la quale nell’Istituto si conservassero in prevalenza “cimeli o curiosità”. Del resto la natura particolarmente attraente - anche sotto il profilo estetico - di tale tipo di documenti, era già stata, proprio negli anni dell’Unità, segnalata da Biagio Miraglia che proponeva, infatti, di “raccogliere ed ordinare tutti i progetti, tutti i disegni, tutte le piante” che affermava di aver visto “disperse” in vari archivi, in gran numero e in stato deplorevole.
La raccolta auspicata dal Miraglia iniziò a costituirsi subito, nei primi anni dopo la presa di Roma da parte dell’esercito sabaudo e divenne cospicua nel primo trentennio di attività dell’Archivio di Stato, sia estrapolando dai vari fondi organici i singoli documenti iconografici, sia attraverso successivi acquisti o doni. La disposizione del materiale avvenne in base ad un criterio alfabetico-toponomastico e le unità furono sommariamente descritte individuando quale elemento identificativo singole località, quasi tutte appartenenti allo Stato della Chiesa: un posto privilegiato ha sempre occupato, ovviamente, Roma che ne fu, come è noto, la capitale prima di diventare la capitale del Regno d’Italia.
La Collezione è in realtà costituita da materiale molto vario ed eterogeneo per natura, tipologia, datazione, finalità ed anche modalità ed accuratezza di esecuzione.
Per definizione, una raccolta archivistica non è mai completa: col tempo si aggiunsero integrazioni e altre Collezioni con una loro numerazione e struttura. Oltre alla documentazione estratta dai fondi per costituire queste raccolte, vi è poi tutta quella rimasta nelle buste dei vari fondi: gli uffici notarili in particolare sono ricchi di allegati iconografici (piante di case, terreni, progetti architettonici), ora accessibili in Cartografica. (marzo 2019)