Il Catasto urbano di Roma nasce in parte in funzione della
manutenzione delle strade cittadine, e in parte nell'ambito dell'opera
di catastazione dell'intero Stato, funzionale alla imposizione della
"dativa reale".
Gli architetti a cui fu appaltata la rilevazione, nel 1818, utilizzarono
la pianta del Nolli (1748), suddividendola in isolati e componendola
in fogli di mappa per rione. La redazione delle mappe in scala 1:1000
fu la base della compilazione dei registri descrittivi delle proprietÃ
(brogliardi); espletati i ricorsi dei proprietari, il catasto fu
attivato nel 1824.
Le piante dei rioni sono da confrontare con le altre due serie cartografiche
delle suddivisioni originarie e degli aggiornamenti successivi;
allo stesso modo i brogliardi originali sono confrontabili con una
seconda serie di brogliardi corretti e con una terza di aggiornamenti
al 1871.
L'insieme della documentazione fornisce - come per altre città dello
Stato pontificio - una immagine fedele ed estremamente approfondita
dell'assetto urbano, degli aspetti funzionali e della vita economica
della Roma preunitaria. Monumenti, orti, giardini e il fiume Tevere
sono spesso rappresentati con grande efficacia pittorica.
Consulenza sul fondo: Luisa Falchi
Progetto della base di dati: Paolo Buonora
Immissione ed elaborazione dati: Vincenzo De Meo e Fabio Simonelli
Acquisizione immagini: Enrica Serinaldi, Nicoletta Valente, Alessio
Rinaldini, Luciana Devoti
Coordinamento: Vincenzo De Meo
Sviluppo software: Stefano Tonazzi
Progettazione e assistenza sistemistica: Leonardo Valcamonici (CASPUR)
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Rione Trevi, pianta 4: particolare di Fontana di Trevi
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