Si tratta del primo catasto particellare di tutto lo Stato
Pontificio, promosso da Pio VII nel 1816 e attivato da Gregorio
XVI nel 1835.
Fu realizzato dalla Presidenza generale del Censo, secondo le
modalità già adottate durante l'ex Regno d'Italia dal catasto
napoleonico nelle Legazioni (Bologna e le Romagne) e nelle Marche.
Una copia era conservata presso le locali Cancellerie del Censo.
Comprende tre serie correlate: le mappe (1:2000), le mappette
a scala ridotta (1:4000 o 1:8000), i registri dei proprietari
(brogliardi o sommarioni).
La copia conservata presso l'Archivio di Stato di Roma è, in genere,
più completa, originale e meno deteriorata di quella conservata
in sede locale, che è stata spesso rimaneggiata negli anni. La
cartografia offre l'immagine più completa disponibile dell'assetto
territoriale e urbano delle province pontificie.
Consulenza sul fondo: Luisa Falchi
Progetto della base di dati: Paolo Buonora
Immissione ed elaborazione dati: Vincenzo De Meo e Fabio Simonelli
Studio fotografico: Emidio Tedeschi
Acquisizione immagini: Enrica Serinaldi, Laura Primangeli, Giovanni
Michetti, Nicola Pastina, Alessio Rinaldini, Dario Tedeschi
Coordinamento: Vincenzo De Meo
Sviluppo applicativo: Stefano Tonazzi
Progettazione e assistenza sistemistica: Leonardo Valcamonici
(CASPUR)
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Ancona, il porto e San Ciriaco
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